venerdì 28 dicembre 2018


CARTESIO


La vita


Cartesius è la forma latinizzata del nome del filosofo francese René Descartes, nato a La Haye (in Turenna) nel 1596. Da ragazzo studia presso i gesuiti e nel 1616 si laurea in diritto. Due anni dopo si arruola nell'esercito dei Paesi Bassi guidato da Maurizio di Nassau, di religione protestante. Tra il 1620 e il 1625, abbandonata la vita militare, compie numerosi viaggi soprattutto in Italia e in Francia. Si stabilisce quindi a Parigi, dove frequenta gli ambienti letterari e mondani e i circoli scientifici. Nel 1628 decide di gettare le basi di una nuova filosofia. Si ritira quindi nei Paesi Bassi, dove maggiore è la tolleranza verso le nuove teorie filosofiche e scientifiche, e lì prosegue le sue ricerche. Nel 1637 pubblica a Leida tre saggi assieme a un'importante prefazione intitolata Discorso sul metodo


Il pensiero


 La ricerca di Cartesio ha come obiettivo la riedificazione del sapere a partire da un fondamento solido e sicuro. A questo scopo il filosofo si interroga sul procedimento della conoscenza, rilevando che molto spesso gli uomini incorrono in errori e fraintendimenti per la mancanza di un metodo rigoroso ed efficace che li guidi nella ricerca della verità. 

Il metodo cartesiano viene esposto nella seconda parte dell’opera, il “Discorso sul Metodo” che doveva fungere solo da introduzione per i tre saggi nominati in precedenza. Tale discorso non doveva fungere da trattato, poiché secondo il Cartesio non doveva essere un rigoroso trattato filosofico ma solo un discorso appunto riguardo il metodo per il “buon senso” o ragione.

Le quattro regole del metodo cartesiano:
  1. “La prima regola era di non accogliere mai nulla per vero che non conoscessi esser tale con evidenza“. Dunque la prima regola del metodo e la più importante è quella di un intuizione chiara e distinta, di non farsi prendere dalla precipitazione, eliminando così ogni possibilità di dubbio.
  2. “La seconda era di dividere ogni problema preso a studiare in tante parti minori”. Questa seconda Regola assume un’importanza fondamentale perché è la regola propria dell’analisi. Riducendo e scomponendo il problema dalla sua complessità negli elementi più semplici.
  3. “La terza cominciando dagli oggetti più semplici per salire a poco a poco ai più complessi”. Tale regola è lo strumento logico inverso dell’analisi, la sintesi. Tali due processi non hanno nulla a che fare con quelli tipicamente scolastici. Come si può ben vedere dal metodo cartesiano la conoscenza si evolve, va avanti gradualmente e non si stagna in una conoscenza già presente in modo implicito nella premessa.
  4. In fine di far dovunque enumerazioni così complete e revisioni così generali da esser sicuro di non aver omesso nulla”. Un procedimento di controllo dell’analisi e della sintesi in modo tale da aver raccolto i dati di una intuizione complessiva.